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piccoli trattini, e si ha invece l'impressione di un terreno eseguito a sfumo corr un colore, ma di gradazione e intensità diverse.
Abbiamo seguito fin qui l’opera complessa e delicata del disegnatore car tografico, dall'inizio, colla preparazione del reticolato, al termine, col disegn® della montagna. Ma l'originale così compiuto, non è ancora la carta geografica che noi vediamo; questo è una copia di quello, riprodotta a migliaia di esem» plari, attraverso procedimenti svariatissimi, ma oggi tecnicamente così per fetti da meravigliare veramente per la loro precisione e per il loro artistico ed estetico aspetto. Questo risultato è possibile solo attraverso una vasta operà di collaborazione, che si svolge tra il disegnatore, che prepara l'originale, l’in cisore cartografico e ll cromista, che incidono pazientemente la pietra e la pre» parano per la riproduzione con la stampa; incisione e stampa devono esserti eseguite dunque con tecnica accurata, perché da esse dipende in gran part il successo dei lavori cartografici odierni. |
La pietra usata per l'incisione, detta litografica, è un calcare stratificato essa viene resa perfettamente piana e levigata e in seguito preparata con acide ossalico liquido, per renderla refrattaria al grasso; infine va coperta di nere fumo, affinché sl rendano visibili in bianco i tratti, che l’incisore andrà mam mano eseguendo. Preparata così la pietra, l'artista fa un lucido del disegno che deve eseguire e lo ricalca alla rovescia sulla medesima; e allora la pietra è pronta per l'incisione, che viene pazientemente eseguita con una punta dl acciaio o di diamante. Quando essa è finita, si spalma la pietra con olio, il qualg però fa presa solo sui solchi incisi e rifugge invece dalle rimanenti superfici; perché rese refrattarie dalla soluzione di acido ossalico sopra citata. La stessm cosa vale per l'inchiostro, che si ferma pure esso solamente nei tratti incisi. senza di che non sarebbe possibile tirare le copie, che sono ancora delle sem- - plici prove per la revisione ed eventuali correzioni. |
La pietra incisa non può, come tale, essere usata per la stampa di mac china, non essendo possibile l’inchiostratura mediante i rulli comuni, i qua® depongono l’inchiostro solamente sopra superfici a tratti leggermente rilevati In passato si doveva perciò ricorrere al trasporto su altra pietra per le mac chine litografiche piane.
Dal vecchio sistema a trasporto decalcato in cui si riportava la carta geo grafica da diverse pietre piccole ed un’altra grande (per macchine piane) ed in seguito da pietre allo zinco (per macchine offset), oggi si è passati al pro cedimento fotomeccanico che ha portato a un grande sviluppo tecnico come ° qualità e rapidità di lavoro con risultati insperati.
Per ricavare una buona matrice per la riproduzione fotomeccanica, de una pietra litografica incisa, e nel contempo ottenere copie fedelissime senza perdere nessun particolare e finezza nel lavoro, sl mette l’incisione in un tor chio offset (stampa indiretta dal caucciù), e si stampa su un foglio di astralon Il riporto su detto foglio deve essere fatto con inchiostro che dia una stampa nitida e opacizzata, ripassando poi con nerofumo oppure polvere finissima d alluminio si rende il disegno talmente opaco che resiste ai raggi luminosi di |
a lampada ad arco. Da questa si ottiene la copiatura definitiva per contatto . positivo a positivo su un foglio di astralon nel modo seguente: si sgrassa = bianco di Spagna un foglio di astralon, dopo averlo ben risciacquato si . ne il foglio nella centrifuga, si lava nuovamente e si sensibilizza. Asciugato . foglio, lo si pone nel torchio pneumatico per l’esposizionie alla luce. L’emul ne sensibilizzante al bicromato d’ammonio, esposta alla luce delle lampade .. arco s'indurisce, e diventa insolubile, mentre la parte non esposta, coperta . - lavoro non s’indurisce e rimane solubile, in modo che determinato il periodo |. esposizione, non resiste all’azione dello sviluppo. Sviluppata la copiatura in --sto modo su ur tavolo luminoso, dopo aver constatato la nitidezza delle = sviluppate, si tolgono le sostanze per lo sviluppo e si passa alla colora 2: ne nera del foglio. Dopo aver controllata l'intensità del nero lo si dissensi iizza lavando l’astralon con una doccia di acqua.
Una volta prosciugata, la pellicola è pronta per il fotomontaggio fatto su un =rporto lucido Astralon, sopra un tavolo luminoso con tracciato precedente gente preparato; l'applicazione delle copiature sul supporto viene fatto con cello == adesivo. Così preparato il fotomontaggio è pronto per la copiatura su zinco. «°° Come prima operazione, la lastra di zinco deve essere pulita con una so ezvne di acido solforico; si spazzola e risciacqua, poi si mette nella centrifuga; & versa la emulsione per formare lo strato sensibile alla luce e al calore, si la sci asciugare. A questo punto la lastra di zinco si mette nel torchio pneuma x. con il fotomontaggio per la copiatura fotoincisa. Come le copiature su &=
A questo punto l'incisione viene coperta da un leggero strato di gomma le-:3 e con nero protettivo; sl passa allo spoglio della emulsione indurita e si
Ma a copiatura fotoincisa pronta da preparare e mandare in macchina.
E in macchina passerà tante volte quante sono i colori, che generalmente (wc. 10 e più. Eseguita la stampa, subentra il procedimento di legatura, che we realizzato tutto a macchina: piegatura, cucitura, braghettatura, rile ga, Iincassatura, ecc.
E quando l’atlante, fresco di stampa, fa la sua apparizione nella vetrina @e: Libri, allora ricomincia il lavoro dei geografi, dei cartografi, degli incisori, per::è la geografia subisce continue variazioni nella toponomastica, nei con fr: razionali e internazionali, nella rete stradale e ferroviaria, ecc., ecc., e per 2» riprende il lavoro di correzione e aggiornamento che prima si era arre Et» solo di fronte alla macchina da stampa.
Istituto Geografico De Agostini