CORSI DI SPECIALIZZAZIONE EQUIPOLLENZA DEL DIPLOMA



OpoaArDOo FANTINI Segretario generale della FIG, Roma Comunicazione presentata al X Convegno nazionale della S.I.F.E.T. Varese - Aprile 1965

Rileggendo gli Atti del IX Convegno della SIFET svoltosi a Cagliari lo scorso anno, non c'è che da compiacersi pet l'esame approfondito sugli Istituti per Geo metri nel loro complesso come scuole di preparazione tecnica e nel loro aspetto particolare riguardante l’insegnamento della topografia e della fotogrammetria con le materie derivanti e attinenti.

Si può dire che sia stata sotto questo aspetto ed in questo settore una prose cuzione del Congresso di Bari del 1958. Cinque dense comunicazioni furono pre sentate a Cagliari: quella del relatore Prof. Bonfigli, dell'Ing. Selvini congiunta mente all’Ing. Baj Agnoletto ed altri, dello stesso Ing. Selvini in proprio, del Prof. Candiloro e la mia.

Basterebbero le accennate comunicazioni a compotre un quadro esatto di questo confuso settore della scuola italiana, di cui ne è stata fatta una diagnosi che da sola ispirerebbe gli organi superiori, a cui è affidata l’istruzione, a prendere quei sospirati e richiesti provvedimenti per allineare il diploma tecnico del geo metra a quello di tutti i Paesi del mondo.

Dalle comunicazioni suddette si è potuto constatare in sintesi: 1 - Per coprire il fabbisogno di insegnanti di topografia che attualmente sono in numero di 750 con un ricambio di circa 40 all’anno, dimostrandosi inade guate le fonti di provenienza di questi docenti, occorre creare una facoltà per in gegneri geotopografi.

Troppo nota è la carenza di questi insegnanti resa più grave dall'aumento di cattedre per i nuovi Istituti di recente aperti, 2 - Dev’essere riformato il sistema d’insegnamento e ciò deriva non dalle ore di lezione che secondo il Prof. Bonfigli sarebbero sufficienti per una buona prepa razione, vale a dire sopra 30 settimane di lezione nel 3°, 4° e 5° corso, ben 570 ore annue sono dedicate alla topografia, ma dai bassi risultati che sono conseguiti dai candidati nelle prove di abilitazione.

Il Prof. Selvini, in proposito, fa un’acuta analisi sull’insegnamento della topo grafia negli Istituti per geometri, che occorre sottrarre all’attuale stato di sogge zione, dato il preponderante impegno per le costruzioni ai fini delle future attività del geometra che in questo soverchiano di gran lunga ogni altro settore di sua pertinenza professionale.




3 - La constatazione unanime della necessità di integrare il corso scolastico | con corsi superiori di specializzazione per i giovani diplomati.

Tutto ciò è della massima utilità, poiché il passaggio dalla scuola alla vita professionale non può e non deve rappresentare una crisi per il giovane che esce dagli Istituti e che salvo rarissime eccezioni, non è sufficientemente idoneo per essere prontamente ed economicamente utilizzabile ad una concreta attività tecnica.

La comunicazione del Prof. Candiloro, in cui si risente la lunga e feconda esperienza scolastica senza trascurare le realtà della vita professionale, è su questo punto di particolare interesse.

Non voglio dilungarmi oltre sopra i risultati e le discussioni di Cagliari sul problema in parola, poiché è mia intenzione oltre tutto come segretario generale della Federazione Internazionale dei Geometri di esporre a questo convegno quanto mi risulta ai fini della preparazione scolastica di questa professione nei vari con tinenti.

In Europa il geometra ha in genere una preparazione universitaria e di isti tuto superiore con adeguato insegnamento. Nei sei Paesi della C.E.E., la Ger mania, la Francia, l'Olanda e il Lussemburgo hanno per i geometri questo tipo d'insegnamento; il Belgio e l’Italia lo hanno inferiore, ma nel Belgio dopo il corso scolastico sono obbligatori due anni di pratica seguiti da una prova di merito. In America la professione di geometra si articola in due distinte attività, quella che fa capo all’American Congress of Surveying and Mapping, i cui membri sono tutti laureati e l’altra, ossia l'American Institute of Real Estate Appraisers, composta di professionisti che escono da scuole superiori, dedicati alla valuta zione immobiliare, che ha largo campo di applicazioni soprattutto per le società di assicurazione, per enti e privati.

Nel Canada il geometra è un laureato, come nell'America Centrale e del Sud.

In Africa in tutte le ex colonie europee e nella Repubblica del Sud Africa il geometra proviene dalle Università o da Istituti superiori. Cosî pure in Austra lia, nella Nuova Zelanda, nell’India e nel Giappone. In Russia lo è parimenti. Tralascio di accennare ad altre Nazioni minori, in cui l’insegnamento è equi parato a quello dei maggiori Paesi a cui sono legati per lingua o per tradizioni o per antica dipendenza. È chiaro che in ogni Paese il titolo è diverso, ma il campo d’applicazione di base è soprattutto geotopocartografico esteso al Catasto e alla stima, con varianti di attività professionale che per l’Italia è prevalente nelle costruzioni.

Sopra un argomento cosî vitale, oramai dibattuto da anni, che era già risolto nel 1939 e poi abbandonato per la guerra ed a cui stanno oggi portando il loro valido contributo docenti ed esperti della Scuola, come, in questo Convegno, i Prof.ti Trombetti e Candiloro, debbo richiamare l’attenzione della SIFET come associazione di cultura topografica e fotogrammetrica, per sensibilizzare ancora una volta presenti ed assenti, intendendo fra questi le alte gerarchie scolastiche, sopra la figura professionale del geometra in Italia ed all’estero, per una sua preparazione tecnica moderna non affrettata ma adeguatamente maturata.

L’immobilismo inspiegbile della Scuola tecnica superiore per geometri ha creato tanti di quei poblemi, alcuni dei quali hanno generato difficoltà di eser




cizio professionale tutt’altro che lievi, cosî da provocare dibattiti sopra riviste di grande tiratura, portandoli alla conoscenza ed all’interessamento di milioni di lettori. E ciò dimostra come l’argomento investe oggi larghi strati di opinione pubblica a cui, ripetendo alcune mie affermazioni, si è fatto conoscere dalla stampa che una riforma della scuola è utgente per fare ottenere ai geometri l’equipol lenza del diploma nella C.E.E. e negli altri Paesi e continenti. È questione oltre tutto di tranquillità professionale.

A Bruxelles in recenti riunioni fra geometri della Comunità Europea a cui partecipai, si dovette purtroppo constatare la difficoltà di equiparazione del di ploma italiano con quello dei quattro Paesi sopra elencati, essendo possibile solo con il Belgio. Ebbi questa netta impressione nell’ultima seduta a cui pattecipa rono tre alti funzionari degli uffici centrali della C.E.E., che erano perfettamente a conoscenza della nostra vita scolastica.

Il Prof. Selvini fa notare nella sua comunicazione di Cagliari che la popola zione scolastica di allievi geometri era di 45.000 unità nel 1963 e i diplomati dello stesso anno sommarono a 5.500. Ci domandiamo, quanti di questi giovani maturarono la loro vocazione tecnica, e per carenza della vocazione stessa scelsero subito carriere e attività varie e amministrative. Non credo di errare se appena il 20 per cento imboccò i sentieri della professione pertinenti al diploma, mentre gli altri si dispersero.

Ecco quindi che la scuola con un corso superiore compirà anche a vantaggio della società una selezione fra giovani che non aspirano a perfezionarsi. ulterior mente nelle discipline topografiche ed altri che sono più inclinati allo studio e «ad una più elevata preparazione tecnica.

Con ciò non voglio mettere in questione la polivalenza della professione di geometra che, come ha accennato il Prof. Selvini, è in grande percentuale dedi cata alle costruzioni.

A proposito dell’insegnamento non c'è che da riferirsi alle comunicazioni Bonfigli, Selvini e Candiloro.

Nella comunicazione del Prof. Selvini, il programma scolastico è presentato in forma analitica ed è indubbiamente di grande ausilio per successivi orienta menti, cosî da formare una base per i testi futuri, poiché è frutto di una illu minata e consapevole esperienza didattica.

Ma il problema non sarà completamente risolto se, ripetendo le conclusioni della mia comunicazione di Cagliari, non si introdurrà negli Istituti per geometri il programma di matematica dei licei scientifici e conseguentemente nei testi di topografia la teoria degli errori.

Le risoluzioni del Congresso di Bari promosserto un rilancio per il rinnova mento dei programmi scolastici e per gli stessi sistemi didattici, la cui vetustà consistente nell’aridità dell’insegnamento teorico senza o con pochissima pratica, è oggi finalmente riconosciuta.

La spinta ideale di quel Congresso servi a promuovere alcuni corsi di spe cializzazione che sono ricordati nelle citate comunicazioni. Il compianto Pro fessor Boaga ne indisse anche prima uno di topografia e fotogrammetria all’Isti tuto di geodesia da lui diretto nel 1957. 2.






Nel Collegio di Roma, oltre ad un corso di diritto tributario, ad un altro di topografia tenuto dal valoroso Ing. Vitelli, ne è stato effettuato uno di foto grammetria con dispense dal chiaro Prof. Ugo Bartorelli dell’Università di Ca gliari. Quest'ultimo corso ebbe un singolare successo poiché destò un interessa mento imprevisto nei frequentatori, certamente per merito dell’eminente docente che seppe rendere in venti lezioni quasi entusiasmante la materia. Lo stesso Prof. Bartorelli mi ha fatto sapere che la Regione Sarda sarebbe disposta a finanziare un corso di specializzazione per geometri, in topografia e fotogram metria. È auspicabile che i programmi di Firenze e di Cagliari siano sulle stesse direttive, per essere di modello a tutti gli altri corsi simili in gestazione.

Ho preso lo spunto di questa mia comunicazione da quella del Prof. Carlo Trombetti che ringrazio vivamente anche a nome dell’On. De Biagi, presidente del Consiglio Nazionale Geometri, per la passione e per l’impegno che egli ha sempre portato ai problemi dell'istruzione tecnica topografica e fotogrammetrica.

A conclusione di questa disamina su problemi particolari ma di vitale im portanza per la scuola italiana e per una professione tecnica definita « interme dia » nella Relazione Ermini ossia dalla Commissione di indagine sulla Scuola, i punti da risolvere oramai ben chiari sono: una riforma del programma scola stico, nel senso sopra accennato ed un corso superiore di specializzazione. Dal l'effettuazione concreta e rapida di questa proposta, ne deriverà per i geometri l'immediata equipollenza del titolo non solo nei Paesi della C.E.E. ma anche nei vari continenti, permettendo loro un prestigio professionale che oggi con il solo titolo anche se avvalorato da studi e da larghe e feconde esperienze personali non gli è possibile ottenere.