IL PROBLEMA DELLA CONSERVAZIONE E DELL'AGGIORNAMENTO DI UNA CARTA ALLA SCALA 1:10.000 COMUNICAZIONE UFFICIALE AL XV CONVEGNO NAZIONALE SIFET ©



PALERMO, 25-30 SETTEMBRE 1970 Enrico Vitelli * PREMESSA

L'argomento riflesso dal titolo della presente «comunicazione » non è da annoverarsi fra quelli che abbiano i contorni più precisi e definiti né, di conse guenza, risulterà tra i più agevoli a trattarsi e a disciplinarsi. Infatti nume rose sono le implicazioni che esso comporta, sia di natura squisitamente tecnica che amministrativa, e che non sempre sono scisse nettamente fra loro ma, anzi, assal spesso condizionantesi a vicenda.

Con ciò non si vuole minimamente affermare che trattasi di un problema assolutamente nuovo, che non abbia già precedenti importanti ed anche attuali, sia nostrani che stranieri, ma è anche vero che almeno qui in Italia è la prima volta che si affronta il problema della « conservazione » e dello « aggiornamento » di una carta tecnica a piccolo denominatore e più precisamente al denominatore 10.000.

A questo punto appare indispensabile, avanti di addentrarsi in aspetti più particolari e specifici dell'argomento, di precisare cosa si voglia intendere per «conservazione ed aggiornamento » di una carta alla scala 1:10.000 e le finalità che si vogliono raggiungere alla luce e con la guida di un siffatto titolo.

Non è questa la sede per illustrare la immensa utilità e la somma auspica bilità della realizzazione di una carta nazionale alla scala 1:10.000 perché ciò è stato abbondantemente fatto da tempo sia da parte di singoli ed appassionati studiosi, sia da qualificati Enti culturali ed anche governativi; anzi a tutti è noto come proprio in questi ultimi tempi la questione di una carta tecnica alla scala 1:10.000 per vari motivi contingenti e con un susseguirsi di speranze e anche di delusioni, sia diventata proprio una questione di grande attualità. Pertanto nella presente «comunicazione » -— tenuto conto del discreto numero di scritti e di conferenze che hanno trattato l'argomento in oggetto — si darà per scontata la conoscenza delle caratteristiche e delle finalità che una carta tecnica alla scala 1:10.000 deve avere e vuole raggiungere.

Tanto premesso non è azzardato assimilare la realizzazione di una siffatta opera grandiosa a quella di un complesso assai vasto di opere pubbliche e che, al pari di esso, a realizzazione avvenuta, ha bisogno, come prima cosa, che sia studiato e preventivato un organico piano di manutenzione «ordinaria » ed anche «straordinaria ». Non a caso si è usato l’inciso «come prima cosa» perché ben presto vedremo che le esigenze di vita di una carta tecnica a piccolo * Ispettore Generale Erariale - Dir. Gen. Catasto e SS.TT.EE. - Roma. dO




denominatore travalicano di gran lunga i concetti di «manutenzione » propri delle opere pubbliche comunemente intese.

Infatti a nessuno sfugge che la « manutenzione », di qualsiasi tipo essa sia, è un'operazione avente un sapore statico che mira, cioè, a mantenere per quanto possibile in una vita sempre uguale, quella determinata opera pubblica, la quale non può svolgere altra funzione se non nella misura e nelle dimensioni per cui fu progettata e realizzata. Detta opera, nonostante le cure e le attenzioni poste, potrà per vari eventi contingenti, vedere rotta la propria stabilità e allora crollerà e scomparirà ponendo il problema di una sua riedificazione; potrà ve ricarsi anche il caso — invero piuttosto non comune — che si ritenga utile una sua trasformazione, mediante modicazioni più o meno radicali di essa, ov vero con l’agganciamento di altre strutture e sovrastrutture. Diventerà, cioè, un’altra opera che dal momento della sua trasformazione inizierà un’altra vita statica da sorvegliarsi e da mantenere.

Tutto ciò sarebbe ben poca cosa e non potrebbe soddisfare affatto le esi genze della vita di una carta tecnica a piccolo denominatore. Una volta che essa sia stata realizzata potrà definirsi, nella migliore delle ipotesi, matura per il momento in cui è stata realizzata, ma già in gran parte superata e vecchia a poca distanza di tempo dalla sua nascita. Ne consegue che la efficienza di una carta a piccolo denominatore è affidata interamente ad una concezione dinamica della sua vita e cioè ad un continuo nutrimento di essa. E' qui appena il caso di avvertire, per non creare equivoci, che la efficienza di cui ora si parla pre suppone, ovviamente, una sana e robusta costituzione iniziale, cioè di nascita della carta stessa, altrimenti si ragionerebbe sul nulla o, peggio, su di una finzione di efficienza.

Il perché, in che misura e soprattutto in quale settore più particolarmente dell'organismo «carta» si manifesti il suo sviluppo, il suo divenire ed il suo dinamismo sarà oggetto di più approfondita trattazione nelle due parti che seguono della presente relazione, ma qui preme affermare che per « conserva zione ed aggiornamento » di una carta tecnica a piccolo denominatore, si vuole intendere tutto quel complesso di apprestamenti materiali, di predisposizione di piani di lavoro e di utilizzazione di personale specializzato per mantenerla appunto, in vita dinamica il pù rispondente possibile alle situazioni di attua lità. Ritengo che questa concezione sia l’unica valida per far si che un’opera — che a realizzazione avvenuta risulterà imponente, quale degno prodotto di un forte impegno economico e dell'impiego appassionato di tanti tecnici a qua lunque livello, da quello accademico a quello operativo che hanno sempre fatto onore all'Italia nel campo topografico — non risulti vana e condannata sin dalla nascita alla sterilità.

Come già si è accennato all’inizio, gli aspetti tecnici e quelli organizzativo amministrativi di un'operazione intesa alla « conservazione » ed allo « aggior namento » di una carta a piccolo denominatore si condizionano e si integrano a vicenda, ma nella presente « comunicazione » che, necessariamente ha un ca rattere preliminare e di generalità, si è ritenuto opportuno di trattare separata mente i due aspetti del problema — sia pure prospettando per ognuno di essi più di una soluzione — per accennare, poi, nelle « conclusioni » ad alcune armo niche visioni di insieme tutte suscettibili di costituire utili basi di partenza per dibattiti, discussioni e, possibilmente, decisioni.

I) Gli aspetti tecnico-topografici E’ ovvio che tale settore della trattazione riguarda esclusivamente i problemi 56




prettamente topografici connessi con l’aggiornamento geometrico della carta e pur tuttavia implica già di per se stesso l’analisi di alcuni punti separati e precisamente: a) Come sorgono le necessità dell’aggiornamento. Il terreno rappresentato da una carta muta aspetto nel tempo con una maggiore o minore rapidità con nessa alle vicende umane e tale mutamento può interessare, ovviamente, o taluni settori particolari (condizioni idriche, di viabilità, di distribuzione della proprietà, delle colture agrarie ecc.) ovvero una sommatoria di requisiti che possono comprendere molti dei settori di cui sopra, ma che devono essere sem pre compatibili con le caratteristiche e le finalità generali per le quali è stata va rata a suo tempo la carta. Nella fattispecie una carta nazionale alla scala 1:10.000 — in base a quanto sinora si è discusso in proposito ed in base anche a quanto è legato sia alla sua scala sia a ciò che in materia viene inteso in alcuni Stati già impegnati nella realizzazione di una siffatta opera — deve servire essenzialmente alla progettazione tecnica di massima ed allo studio tec nico-economico di piani di sviluppo e di organizzazione del suolo. Pertanto in una fase, sia pure importantissima, ma tuttavia generica e preliminare del lavoro di progetto, non occorre che la carta rappresenti, per esempio, la di stribuzione delle proprietà e delle singole colture delle particelle, ma sarà, invece, indispensabile che vi sia aggiornata la rappresentazione della rete viaria carreggiabile e ferroviaria, delle nuove opere pubbliche interessanti manufatti della viabilità e della rete idrica, di grosse lottizzazioni (anche se non ancora edificate) e dell'assetto, in genere, del tipo di coltura agraria che interessi comprensori di parecchi ettari.

In verità, anche la costruzione di nuove case dovrà essere presa in consi derazione, ma molto dipende dalle dimensioni di esse e soprattutto se numerose, sia accorpate che disseminate nell’ambito del terreno rappresentato in un foglio della Carta. Come sì è visto, cioè, molteplici sono le necessità che determinano l'aggiornamento geometrico della carta, ma è altresì vero che tali necessità non si appalesano mai in maniera uniforme e temporale in tutto il territorio nazionale, bensì vi saranno zone che, in senso topografico, si evolveranno con una dinamica assai pronunciata ed altre, per contro, che tenderanno ad una quasi forma di staticità.

Basti pensare, in proposito, a ciò che avviene nelle aree di espansione delle grandi città italiane! Qui l’attività edilizia ed urbanistica — sia civile che in dustriale — è talmente intensa che fa mutare con rapidità e per migliaia di ettari la fisionomia dei terreno. A Milano si comincia a riscontrare la saldatura del centro urbano propriamente detto con tutta la costellazione di cittadine situate a nord di esso, a Roma le direttrici di alcune vie consolari sono inte ressate per decine e decine di chilometri, da una serie ininterrotta di case e di opifici e così a lungo potrebbe proseguirsi la esemplificazione di casi tipici. Zone siffatte possono addirittura definirsi « topograficamente convulse » e per esse — oltre a raccomandare il criterio, già tacitamente adottato, di una loro rappresentazione alla scala più grande di 1:5.000 — si fa riserva di indicare un tipo di organizzazione speciale per seguirne le vicissitudini.

Fallace sarebbe la conclusione che da zone così intensamente interessate allo sviluppo economico del progresso tecnico e della civiltà odierna in genere, si passi direttamente alle zone stanche e pressoché ferme perché tutta una gamma di territori più o meno vasti interessa la penisola italiana circa la mutevolezza e la rapidità con la quale si configurano, si intensificano o mutano gli aspetti degli insediamenti umani. Valga, qui, la citazione di ciò che sta

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avvenendo nella Toscana, nelle Marche e nell’Umbria ove l'alta e media collina trovansi in un processo di spopolamento accentuato con corrispondente in tensificazione delle attività umane nei fondovalle ed in pianura; ed inoltre come non dimenticare il coagulo non solo di certe timide attività industriali ma anche di fiorenti e sempre più espansive attività turistiche lungo l'Autostrada del Sole sino a Reggio Calabria e lungo la costa tirrenica calabrese, intorno alla co struenda autostrada Messina-Catania e lungo la direttrice Messina-Palermo?

Ben lungi siamo, dunque, dall'epoca dei nostri nonni quando si pensava che una carta nazionale sufficientemente dettagliata (per allora si riteneva soddisfa cente la scala 1:25.000) dovesse avere una durata valida almeno tre lustri; oggi si riconosce pienamente che un tale lasso di tempo è oltremodo lungo e che, specialmente per carta alla scala 1:10.000, si debba pretendere un aggiornamento di essa a scadenze assai più brevi. b) Periodicità e straordinarietà delle verifiche. Le necessità di aggiornamento geometrico prospettate nel punto che precede giustificano pienamente una azione di accertamento che abbia come finalità quella di dare la misura degli even tuali interventi e la ubicazione territoriale di essi e, tenuto conto della circo stanza che dette necessità discendono da due fattori essenziali di cui uno con nesso a quello che si potrebbe chiamare uno sviluppo costante ed uniforme del territorio rappresentato nella carta e l'altro connesso ad avvenimenti improvvisi ed in un certo senso eccezionali, si appalesa inevitabile una duplice azione di accertamento e cioè quella ordinaria e quella straordinaria. In sintesi l’azione di accertamento ordinario dovrà essere una operazione che, a intervallo di tempo regolare e prefissato, interesserà l’intero territorio nazionale per seguire le ordinarie vicissitudini relative ai mutevoli aspetti del suolo in dipendenza dell’attività umana; tale intervallo di tempo si opina che dovrebbe opportuna mente coincidere con i cinque anni. E’ appena il caso di precisare che la scadenza dell'intervallo in questione non verrebbe a coincidere nello stesso momento in tutto il territorio nazionale per il semplice fatto che l’atto di nascita dei fogli della « Carta tecnica d’Italia » avrebbe — sia pure per cospicui blocchi di fogli — una data diversa che potrebbe, probabilmente, interessare un arco di tempo compreso fra i 6 e i 10 anni. Una circostanza siffatta, come meglio si vedrà in appresso, rappresenta nel suo insieme un elemento’ positivo anziché ne gativo. L'aggiornamento periodico in parola dovrà consistere, essenzialmente, in una ricognizione sopra luogo da parte di tecnici topografi sulla base dell'ultima edizione a stampa dei fogli e sulla scorta di tutte quelle notizie, indizi ed even tualmente di altri elaborati cartografici eseguiti da altre Amministrazioni ed Enti, quale le carte catastali, le carte rilevate da Enti territoriali ed economici ecc.

E’ ovvio che una serie dell’ultima edizione a stampa dei fogli della « Carta tecnica d’Italia » relativa al territorio ricognizionato verrà, in tal modo, a co stituire un complesso di « abbozzi di rilievo » sui quali saranno segnalate tutte le novità topografiche che — tenuto conto delle caratteristiche delle finalità della Carta — si ritiene che debbano essere introdotte nella carta stessa. If questa sede non si vuole assolutamente porre al bando il metodo della ricogni zione fotografica del terreno quale mezzo efficacissimo per segnalare, sui fogli costituenti gli « abbozzi» di cui sopra, tutte le novità topografiche eventuali, ma è bene precisare anche che tale procedura non eliminerebbe completamente le ricognizioni sopra luogo e che in definitiva la scelta dell’uno o dell'altro modo non costituisce, oggi, alcun vero problema tecnico e semmai un problema di convenienza economica da trattarsi in dipendenza del tipo di organizzazione che verrà realizzata per la conservazione e l'aggiornamento della «Carta ». 58




L'accertamento straordinario, invece, non potrà scaturire, ovviamente, da alcuna periodicità prefissata ma esso trarrà le sue origini da particolari situazioni di fatto che potranno essere appurate o per iniziativa diretta dell'Autorità prepo sta alla « conservazione della Carta » o su segnalazione di Enti vari interessati. A titolo di esempio gli Organi responsabili della Carta non potranno rimanere indifferenti al fatto che intorno ad una grande città (vedi il caso di Bologna, in parte di Milano, di Torino, di Ancona ecc.) nel giro talvolta di appena un anno risulta sconvolto l’assetto viario a seguito della rapida attuazione di un gro viglio di raccordi, di tangenziali e di svincoli che nel loro complesso interessano migliaia di ettari. Né, invero, si può negare che taluni Enti, specie i Consorzi industriali (basti citare l’ultimo in ordine di tempo e cioè quello di Padova) ottengono l’esproprio per l'impianto o l'ampliamento delle proprie fabbriche, di varie migliaia di ettari. E, si badi bene, che qui non ci si riferisce ad episodi marginali che tutt'al più interessano le frange periferiche delle città, bensì, a veri e propri mutamenti rapidi dell'aspetto del suolo aventi l’estensione addirittura di grandi comuni come è accaduto, per esempio, a Porto Torres con gli im pianti di polimerizzazione dei derivati del petrolio, e così pure a Brindisi ed Augusta.

Naturalmente gli accertamenti straordinari seguiranno dal punto di vista tecnico la stessa procedura di quelli ordinari e probabilmente avranno una più rapida realizzazione perché si presume che essi potranno avvalersi di una mag giore massa di notizie e di materiale cartografico messo a ‘disposizione o dal Ministero dei Lavori Pubblici o dall’ANAS o da parte degli Enti che hanno effet tuato la segnalazione. c) L'intervento per l'aggiornamento. La circostanza che di norma l’accerta mento è un fatto obbligatoriamente periodico e che inoltre possa essere anche straordinario, non comporta di per sé un’altrettanta obbligatorietà nei riguardi dell’intervento del rilievo topografico di aggiornamento.

Uno schema troppo rigido, privo di qualsiasi flessibilità nel giudizio e nell’in tervento correrebbe il rischio di creare una situazione che, per rispondere a degli schemi senza dubbio tecnicamente perfetti e idealmente auspicabili, rimarrebbe in definitiva prigioniera di sè stessa con molta probabilità di non essere attuata sia per complicazioni di ordine quantitativo sia per i gravosi riflessi economici. Qui si vuole sottolineare un fatto essenziale e cioè che l'accertamento (sopraluo go o fotografico che esso sia) è un'operazione preliminare necessaria, improro gabile oltre il lasso di tempo stabilito (si ripete 1’« Optimum » del quinquennio) proprio perché può fornire tutti gli elementi per atti decisionali che, per l’ap punto, riguarderanno l'opportunità o meno di intervenire.

Proprio la raccolta di tutti gli elementi di cui al punto precedente b) e l’at tento esame di essi potrà indurre l'Organo preposto alla « Conservazione della Carta » a prendere le relative decisioni e a questo punto è ovvio che ci si ponga la domanda quali debbono essere i criteri sulla cui base si deve decidere. E’ questa una delle domande alla quale è ben difficile dare una risposta chiara ed esauriente perché le due implicazioni che la condizionano sono di natura tecnica ed economica che possono fare oscillare l’ago della bilancia sino a fare passare decisioni dalla positività dell’intervento a quella contraria.

Senza dubbio un criterio squisitamente tecnico (ed aggiungerei teorico) sa rebbe quello di procedere ad una nuova edizione dei fogli allo scadere di ogni ricognizione periodica ed anche straordinaria, atteso che — povera che sia l’atti vità umana in certe zone — la ricognizione, al termine di un quinquennio, ap 59




porierà sempre un certo numero di novità, ma se si tiene conto che una nuova edizione di un gruppo di fogli comporta necessariamente il rilievo topografico delle novità anzidette, la conseguente loro introduzione nei copioni, la necessaria ristampa o comunque riedizione dei fogli interessati, previo annullamento dei cor rispondenti fogli della precedente edizione ancora in giacenza, balza subito agli occhi l'immensa importanza che ha l'implicazione economica del problema.

Sarà duopo, quindi, attenersi ad alcuni principi generali di saggia cautela che non compromettano l'efficienza della « Carta» senza per questo richiedere oneri e costi notevoli e in definitiva insopportabili; principi generali, cioè, che possono al massimo determinare nel loro insieme una sorta di cornice-quadro entro la quale viene lasciato ampio spazio di valutazione tecnico-economica per ogni decisione in merito.

Tali principi, a giudizio dello scrivente, potrebbero riassumersi nei seguenti punti: 1) Esame quantitativo e qualitativo, sulla base degli accertamenti ordinari e straordinari, della situazione che si viene a creare nell’ambito di ciascun foglio interessato e cioè determinazione quantitativa dei nuovi elementi geometrici (svi luppo approssimativo delle linee e numero delle case e dei manufatti in genere) da introdurre eventualmente nel foglio e loro catalogazione qualitativa (ad esem pio nuove ferrovie, autostrade ovvero strade statali, provinciali, comunali, varie; se trattasi di fabbricati rurali sparsi ovvero di edifici industriali o di case accor pate per formare un nuovo centro od un ampliamento di altro esistente, nuovi impianti idraulici, elettrodotti ecc.) 2) Decidere di procedere all’'aggiornamento geometrico del foglio se quanti tativamente l’entità del rilievo della parte nuova supera la consistenza rappre sentata nella precedente edizione del 109%. 3) Decidere ugualmente di procedere all’aggiornamento del foglio, indipen dentemente dal criterio quantitativo, se trattasi anche solo di ferrovie o di una delle strade di cui sopra purché interessino un altro o più fogli, ovvero se trattasi di bacini idrici o di comprensori industriali che per la loro importanza si pre vede che siano destinati a far mutare in breve volgere di tempo fisionomia alla zona; in particolare sarà indispensabile rappresentare le aree industriali, nel l'ambito di un foglio, qualora nel loro insieme superino i 10 ettari e i bacini idrici non appena superino l’ettaro ed abbiano una profondità media non infe riore ai 20 metri. Così pure sarà indispensabile introdurre geometricamente nei foglio, se non rientra nei limiti qualitativi di cui al punto 2), un canale od una rete di canali che interessino oltre al foglio in questione uno o più altri fogli. 4) Se almeno un gruppo di 4 fogli aventi la contiguità territoriale richiede intrinsecamente, per uno dei criteri esposti ai punti 2) e 3), l'aggiornamento geao metrico è opportuno che vengano aggiornati anche i fogli immediatamente ad essi adiacenti se ramificazioni di enti geometrici ricadenti nei primi dovessero interessare i secondi e ciò indipendentemente da qualunque criterio sinora esposto.

Altre contingenze, altri fattori, non esclusi quelli politici, potranno consiglia re e guidare in ultima analisi di volta in volta le decisioni finali dell'Organo pre posto alla « Conservazione » della « Carta » sia nell’ambito della « Cornice » sopra abbozzata sia al di fuori di essa.

E’ certo, comunque, che seguendo a seconda delle circostanze criteri quanti tativi e qualitativi, si eviterà di procedere, con sensibile risparmio, a nuove edi 60




zioni di fogli il cui aggiornamento geometrico non rappresenterebbe alcun interesse ne teorico né pratico. Si comprende, per contro, ancora meglio il vantaggio pratico offerto dalla circostanza che la scadenza periodica degli accertamentiordinari non ricada nello stesso momento per tutto il territorio nazionale, permettendo in tal modo una concentrazione di sforzi tecnici ed economici al finedell’aggiornamento geometrico in settori più limitati e garantendo, con più aderenza alla realtà, l'’ottemperanza all’eventuale precetto legislativo dell’aggiornamento stesso.Circa i mezzi tecnici, infine, idonei per raggiungere la finalità dell’aggiorna- |mento della « Carta» non è proprio la presente «Comunicazione » la sede piùadatta per una relativa esposizione che, fra l’altro, non direbbe alcunché di nuovoné di inedito a persone appena esperte del rilievo topografico.Mi preme semplicemente sottolineare che in linea generale risulteranno, aseconda delle circostanze, efficacissimi sia i metodi tradizionali di rilievo a terrasia quelli fotogrammetrici e che, ovviamente, questi ultimi risulteranno tantopiù utili e addirittura insostituibili quanto più sarà grande e contigua l’estensione di terreno da aggiornare; in quest’ultimo caso, però, sarà sempre indispensabile, a parere dello scrivente, un lavoro sia pure limitato di integrazione a terra.Nel caso infine che l'aggiornamento riguardi l'espansione di nuclei urbaniimportanti o di grossi complessi industriali torna acconcia la raccomandazioneche dette zone vengano rappresentate al 5.000 e ove dovesse essere accolto taleprincipio ne deriverebbero sul piano tecnico alcune conseguenze non indifferenti.Infatti una carta alla scala 1:5.000 può considerarsi una fase di transizione frale mappe (atteso che con tale denominazione vengono di solito raggruppate lerappresentazioni topografiche con scala superiore al 5.000) e le carte topografichepropriamente dette di cui quella al 10.000 ne rappresenterebbe il primo gradinopratico; e pertanto tenuto conto che il mezzo millimetro grafico rappresenta peril 5.000 metri 2,5 ne consegue che sarà possibile nei centri urbani ed industrialila rappresentazione di tutti gli edifici con i loro cortili interni, di tutte le piazze, vie e vicoli e nei punti più significativi sarà possibile indicare, altresì, lequote ed una sufficiente toponomastica; per un lavoro siffatto forse risulteràpiù efficace il metodo tradizionale di rilievo anziché quello fotogrammetrico.II) Gli aspetti Tecnico-AmministrativiGli aspetti puramente tecnico-topografici sono stati esaminati nella loro generalità nella precedente parte della presente « Comunicazione » ma in sostanzaessì costituiscono pur sempre un mezzo per raggiungere un determinato fine etutto rimarrebbe inerte e lettera morta se non esistesse un Ente propulsore,coordinatore e qualificato a compiere atti decisionali.Si apre qui, cioè, la porta ad un ampio dibattito sul modo migliore perarrivare a definire, a strutturare e ad animare un Organismo siffatto.In questa sede non potrà farsi altro che ipotizzare talune soluzioni che sonoparto, ovviamente, di idee personali ma anche suggerite da una lunga e maturataesperienza in proposito. Continuando, pertanto, il metodo schematico già adottatoche vede suddivisi in più capoversi i vari argomenti attinenti al titolo della parte,si perviene senz'altro a trattare dei seguenti punti:a) La qualifica dell'’Organismo preposto alla « Conservazione e all’aggiornamento» della « Carta tecnica d’Italia al 10.000 ».61




Si ritiene per prima cosa che tale Organismo debba essere senza alcun dubbio governativo od in qualche modo emanazione dello Stato e ciò per alcunimotivi fondamentali di cui alcuni legati alla tradizione ed altri a fattori squisitamente economici e di organizzazione.Non può dimenticarsi, infatti, che gli Organi cartografici ufficiali qui in Italiasono stati sempre Enti governativi (come l’I.G.M., il Catasto, l’Istituto Idrografico della Marina) e che tale concetto è stato anche recentemente ribadito con lalegge sulla cartografia ufficiale n. 68 del 1960.E’ chiaro che qui si cita la tradizione non tanto per motivi, per così dire,sentimentali quanto per quella parte attiva psicologicamente della tradizione stessa che costituisce garanzia per l’esperienza accumulata in un settore così specifico sia al livello direttivo che a quello esecutivo.D'altra parte l'aspetto quasi di servizio pubblico che verrebbe ad acquistarel’opera di conservazione e di aggiornamento di un bene così importante escludea priori che da essa possano derivare degli utili tali da invogliare la liberaimpresa; anzi al massimo si potrebbe sperare che gli introiti delle vendite deifogli coprano le spese di gestione.Beninteso quanto sopra detto non ha nulla a che vedere o perlomeno può essere completamente indipendente dal tipo di organizzazione dell'Ente o degli Entiche sono stati artefici della formazione iniziale della « Carta tecnica » d’Italia.In proposito, infatti, non è facile vedere chiaro cosa avverrà in realtà per laformazione di detta « Carta» e può darsi che sia un Ente unico a dar vita adessa come, più probabilmente, più Enti eterogenei.Si parla molto di « Cassa del Mezzogiorno », di Regioni a statuto speciale eno, di Commissioni tecniche, ecc., ma qui supponiamo di avere avuto un'ereditàsia semplice che composita. Nel primo caso si tratterà di partire da una basegià omogenea ed organica, nel secondo caso occorrerà un lavoro iniziale di omogeneizzazione e di consolidamento; certo è che le norme e i criteri per dar luogoad una azione di « conservazione ed aggiornamento » presuppongono che si partada un prodotto finito che abbia sostanzialmente caratteristiche organiche e finalità identiche disciplinate da una Legge che — a «priori» o a «posteriori» —imponga il rispetto di esse.Atteso che la qualifica dell’Organismo in proposito debba essere Statale odemanazione dello Stato, rimane vivo il problema se esso debba essere esclusivamente centralizzato ovvero articolato in agenzie periferiche.Il richiamarsi al passato, sia pure ad attività gloriose e piene di fascino,non giustifica di per sé l’adozione della Organizzazione esclusivamente centralizzata, perché sinora diverse sono state le finalità da raggiungere e i tempi perrealizzarle.Anzi non a caso è da menzionarsi l’attività del Catasto italiano che proprioper il piccolo deominatore della scala rappresentativa del suolo (da un minimodi 500 ad un massimo di 4.000) ha dovuto ricorrere sin dal 1886 ad una organizzazione operativa fortemente decentrata e controllata da un robusto apparatocentrale.Indipendentemente dal fatto se quella o tal’altra esperienza abbia dato fruttipositivi o negativi, è pur sempre vero che l’organizzazione decentrata (almeno allivello operativo) è tanto più raccomandabile quanto più i problemi (in questocaso carto-topografici) si avvicinano alla realtà racchiusa nell’ambito di un certo62




numero di migliaia di ettari che non esorbitano, al massimo, dai confini di una regione.

Si opina che un Ente esclusivamente centralizzato come, per esempio, è at tualmente l’Istituto Geografico Militare, non potrebbe seguire la vita di una « Carta tecnica d’Italia al 10.000 », né alcun altro Ente governativo o para gover nativo esclusivamente centralizzato.

Occorre, pertanto, porre l’attenzione ad un Organismo articolato in perife ria, già esistente o da crearsi ed in questa ultima ipotesi partendo da basi com pletamente nuove ovvero con l'utilizzo di personale e mezzi provenienti da quel. le esistenti.

Certo è che tutto è possibile, oggi, e cioè nel nostro caso anche un Ente esclusivamente centralizzato che — di volta in volta — emetta dal proprio corpo elementi attivi che si irradiano nel territorio nazionale per adempiere, almeno, alle incombenze operative; ma su questo argomento avremo campo di tornarvi nelle « conclusioni » della presente Comunicazione. b) / possibili atti dell’intervento tecnico-amministrativo.

Indipendentemente dal fatto che l’« Organismo » preposto alla « conserva zione ed aggiornamento della Carta » sia esclusivamente centralizzato, oppure de centrato con « Direzione » centralizzata, ovvero anche semplicemente ed ele mentarmente periferico, si pone imperioso il quesito se l'attuazione esecutiva dei disposti decisionali debba essere eseguita in gestione diretta, in appalto o, in terza soluzione, in forma mista. E’ una domanda antica ma che riveste sempre un sapore di grande attualità ogni volta che essa venga rivolta a questo o a quell'altro problema contingente.

La risposta teorica è positiva, aprioristicamente, per tutte e tre le soluzioni perché molteplici sono i fattori che presiedono ad ognuna di esse e tutti che affondano le loro radici nell’assetto che si vuol dare all'intera questione.

E’ ovvio, infatti, che la gestione diretta presenta tutto il fascino di un controllo continuo, metodico ed altamente qualificato che si identifica con la serietà dell'operazione in sè stessa.

Inoltre la gestione diretta permette di costituire un vivaio, nell’autentico senso della parola, di tecnici qualificatissimi sufficientemente numerosi e meno corrosi dall’interesse aziendale e particolaristico.

Per contro l'affidamento in appalto dei lavori in questione presuppone, a parere dello scrivente, una indispensabile scissione dei due aspetti dei lavori stessi e cioè quello che riguarda la «conservazione » pura e semplice degli atti cartografici (immagazzinamento dei fogli, riproduzione dei medesimi, vendita al pubblico, contabilità generale) e quello che concerne l’« aggiornamento geome trico » del fogli stessi.

Il primo degli aspetti citati — attesi la tradizionale struttura dell’apparato statale italiano e tenuto conto del pesante fardello che tale onere rappresenta — e ben difficile in linea pratica (per cui in questa sede si osa scartarla a priori) l'ipotesi che possa essere aflidato a terzi, mentre si prospetta validissima l’ipotesi di dare in appalto l'esecuzione dei lavori di aggiornamento.

E' appena il caso di precisare che l’esecuzione in appalto dei lavori — anche se statuita e regolamentata e anche se rappresenterà la norma — non potrà mai 6d




impedire, in ogni momento e in tutti quei casi che l’« Organismo » lo riterrà opportuno, l'intervento diretto dell’« Organismo » stesso.Quanto sopra detto assorbe — stante la difficoltà di precisare quali possanoessere i limiti entro il quale sia attuabile l’appalto completo — il terzo quesitodella forma mista dell'appalto coniugato alla gestione diretta per cui, in sostanza, tutto si riduce al primo ed al terzo dei quesiti.I lavori di aggiornamento, bene inteso, sarebbero affidati a mezzo di gare a.licitazione privata a ditte specializzate nei lavori topografici e che potrannoimpiegare sia i metodi tradizionali a terra che quelli aerofotogrammetrici.E’ ovvio che qualunque sia il sistema adottato, l’« Organismo » (centralizzatoo no) deve operare gli opportuni collaudi, rispettando scrupolosamente in lineatecnica le tolleranze e le modalità che saranno state codificate in proposito asuo tempo e rispettando — o perché sia tassativamente prescritto ovvero peropportuna analogia tecnica morale — le norme praticate dalla « Contabilità Generale dello Stato » che — tra l’altro — prescrivono l’assoluta incompatibilitàdella figura del Direttore dei lavori con quella del Collaudatore.Circa, infine, la materia trattata nel presente paragrafo si ritiene opportuno,a parere dello scrivente, di citare un’altra possibilità di intervento per l’aggiornamento geometrico la quale sarebbe rappresentata dall'utilizzo — previ accertamenti e collaudi — di elaborati cartografici eseguiti da Enti e per finalitàdiverse che pur tuttavia hanno un contenuto che in tutto o in parte può risultareutile all’aggiornamento della « Carta ». E’ infatti fuori di dubbio che l’esistenza diuna cartografia ufficiale alla scala 1:10.000, non escluderà, se mai potenzierà,l'elaborazione di una cartografia varia e composita a denominatore più piccolo(1:5.000 - 1:2.000 - 1:1.000, ecc.) da parte di vari Enti, pubblici e privati altamente interessati — dopo gli studi di massima compiuti sulla anzidetta « Carta »ufficiale — a redigere progetti tecnici definitivi bisognevoli di piani e piante apiù grande scala.Ne sorge, di conseguenza, una possibile (in quale misura è per ora difficileil dirlo) collaborazione con detti Enti che potrebbero di molto agevolare l’aggiornamento geometrico della cartografia ufficiale; non è del resto, questa, unaquestione del tutto nuova e che ha già qualche precedente senz’altro positivo,bastando citare, ad esempio, la feconda collaborazione esistente fra VI.G.M. edil Catasto e fra quest’ultima Amministrazione e taluni Enti territoriali.Ovviamente tali forme di collaborazione dovranno essere previste, in lineadi massima, negli atti legislativi che disciplineranno l’intera materia onde evitareo inutili ed inopportune preclusioni per assenza di normativa o, peggio ancora,abusi e possibili facilonerie nell’utilizzo del materiale cartografico di cui trattasi.c) Personale, locali ed attrezzature.Le possibilità di soluzione che si offrono alla materia indicata nel titolo delpresente paragrafo sono numerosissime ma la loro differenzazione — almenonei riguardi della prima voce — è più marcatamente quantitativa che qualitativa.E’ infatti fuori di dubbio che occorrerà un nucleo di dirigenti la cui preparazionealtamente specifica, presupponga, in linea generale, una cultura tecnica di base allivello di Istituto universitario (Ingegneri, Matematici, Fisici, ecc.); sarà del parinecessaria l’esistenza di un nucleo assai più numeroso di tecnici topografi e fotogrammetri la cui istruzione di base sia al livello di un diploma tecnico (geometri,periti od altri titoli che potranno essere statuiti e conseguiti nel futuro) ed infine64




un terzo nucleo, la cui consistenza può essere sin da ora ipotizzata di poco superiore a quella del secondo, comprendente elementi esecutivi da destinarsi al disegno cartografico, alla collaborazione con i tecnici topografi nelle operazioni sul terreno (aiutanti), alla riproduzione dei fogli (riproduzioni eliografiche, ov vero per contatto od anche a stampa) ed ai servizi generali (contabilità, segre teria, vendita al pubblico, ecc.).

Tutto il personale in questione varia la propria consistenza numerica enor memente non tanto a seconda che trattasi di una Organizzazione esclusivamen te centralizzata ovvero decentrata, ma quanto in relazione al fatto che i lavori vengano eseguiti in gestione diretta ovvero nella forma mista dell’appalto con l'intervento diretto, per alcuni aspetti, da parte dell’Amministrazione preposta alla Conservazione.

A titolo di esempio e solo in grossolana approssimazione si può ipotizzare che nel caso di una gestione diretta il nucleo dei dirigenti non possa essere inferiore alle sessanta unità, quello dei tecnici (topografi e fotogrammetri) alle 500 unità e di altrettanta consistenza dovrà essere il nucleo degli esecutivi; nel caso invece che la gestione sia di tipo misto, la consistenza del primo nucleo potrà scendere alle 25 unità e quelia degli altri due gruppi a 200 unità ciascuno.

Circa il reclutamento del personale, in questa sede non possono altro che avanzarsi proposte basate su dati di fatto attualmente esistenti.

Non può pensarsi, infatti, di avere a che fare, con personale che sia uscito da una sorta di Accademia, o di Istituto specializzato od altro che oggi non esiste e pertanto al momento ed almeno nella fase di primo impianto, occorrerà che il nucleo dirigente tragga la sua alimentazione in parte dal mondo accade mico, in parte da quello della Impresa privata ed in parte, infine, dagli Organi dello Stato competenti in materia cartografica.

Per quanto attiene al secondo nucleo occorre distinguere i topografi dai fotogrammetri, perché per quanto riguarda i primi l’Amministrazione del Cata sto ed in parte forse l’Istituto Geografico Militare potrebbero — a determinate condizioni che non alterino le potenzialità attuali dei propri compiti — fornire gran parte delle unità necessarie, mentre per i secondi — stante la scarsità di specializzati — le anzidette Amministrazioni statali potrebbero, al massimo, far fronte per quella aliquota che riguarda i collaudi fotogrammetrici, ma non per la esecuzione vera e propria (cioè quella in gestione diretta) di rilievi, sia pure di solo aggiornamento, aerofotogrammetrici.

Per quest’ultima aliquota, quindi, si renderebbe necessario attingere dalla Impresa privata, ma se ne mette fortemente in dubbio la possibilità pratica perché le Ditte faranno logicamente di tutto per non perdere il già numerica mente scarso personale qualificato che posseggono; si imporrebbe pertanto la necessità di addestrare, nel corso dei primi tre o quattro anni di allestimento della « Carta » un certo numero di giovani tecnici nell'uso degli apparecchi di restituzione aerofotogrammetrica onde averli a disposizione sin dal primo anno in cui comincerebbe la conservazione.

L'addestramento in questione non potrebbe avvenire altro che presso le Ditte specializzate ovvero presso l’I.G.M. ed a spese del costituendo « Organismo » preposto alla conservazione.

Nessuna forte difficoltà, peraltro, si prevede per il reclutamento del perso nale comprendente il terzo nucleo perché — oltre alla possibilità di concorso da 65




parte di altre Amministrazioni dello Stato come per esempio il Ministero dei Lavori Pubblici, Ferrovie dello Stato, ecc. — sarà anche possibile reperirlo di buona capacità con pubblici concorsi.

Per quanto riguarda ie attrezzature, i locali di ufficio e gli opportuni corredi e arredamenti, il discorso sostanzialmente non muta ma questa volta l'entità del l'intervento dipende sostanzialmente da tutti i coefficienti in gioco (Organizza zione centrale o decentrata, gestione diretta o mista) con tutte le varianti e le sfumature che possono verificarsi.

E' ovvio, ad esempio, che un’Organizzazione esclusivamente centralizzata avrà bisogno di grandiosi locali accorpati o comunque ubicati nella stessa città, ove trovino posto oltre che gli Organi decisionali e direzionali anche quelli ope rativi e semplicemente esecutivi con tutte le loro attrezzature; se poi la gestione è diretta in detti locali dovranno trovare posto anche le numerose e costose apparecchiature fotogrammetriche di restituzione unitamente alla mobilia per la conservazione dei fotogrammi e dei fogli stampati.

Per contro una organizzazione decentrata richiede l'impianto di un ufficio centrale con poteri decisionali e la dislocazione di uffici periferici esecutivi (sem pre però guidati da un elemento dirigente) in estensioni territoriali ben defini te che potrebbero essere ie province o le regioni; la potenzialità dell’attrezzatura dei singoli uffici sarebbe poi condizionata dalla esistenza della gestione diretta o di quella mista; in questa ultima ipotesi non vi sarebbe più bisogno di alcuna dotazione di apparecchi restitutori essendo più che sufficiente una dotazione topografica di tipo tradizionale (teodoliti, tacheometri, distomat, longimetri, ecc.) e ciò perché gran parte dei collaudi, per quanto attiene all'aspetto aerofotogram metrico, verrebbe condotta nelle sedi stesse delle officine di restituzione delle Ditte appaltatrici.

Si reputa opportuno, infine, che presso ogni ufficio periferico, ovvero presso la Sede centrale, esista un locale di immagazzinamento destinato a custodire una serie completa delle singole riedizioni dei fogli e ciò perché dopo un certo nume ro di anni può riuscire estremamente utile per studi comparati di urbanistica, di ecologia rurale ecc., confrontare le successive mutazioni maturatesi nel tempo nei singoli territori.

CONCLUSIONI

Come si è visto lo studio separato degli aspetti tecnico-topografici e tecnico amministrativi ha portato a considerare per ciascuno di essi un certo numero di problemi e di possibili soluzioni, ma stante l’ovvia circostanza che i due aspetti coesistono ne consegue che le soluzioni eventualmente da adottarsi sono un risultato degli effetti dell'uno e dell’altro.

In linea astratta si potrebbero, ora, analizzare tutte le possibili combinazioni dei problemi dell'uno aspetto con quelli dell'altro, ma ciò costituirebbe l’attua zione di uno schema meramente matematico, assai lungo a disquisirsi e in gran parte fuori della realtà pratica.

Vale meglio quindi, a parere dello scrivente, di prospettare, con le opportune giustificazioni ed avvalendosi della esperienza acquisita in settori simili o colla terali, una soluzione che anche se non sarà quella ottimale in senso matematico, lo potrebbe essere invece in quello di una più sicura e rapida attuazione e con l’obiettivo, soprattuto, di non spendere molto. 66




Tanto premesso passiamo ad analizzare — nei punti che seguono — quale potrebbe essere la soluzione da dare al problema della « Conservazione e del l'aggiornamento di una Carta al 10.000 » relativa all’intero territorio nazionale o per lo meno a gran parte di esso. Quest'ultima precisazione ha un significato semplicemente temporale nel senso che fattori economici o politici potrebbero frazionare discontinuamente l’allestimento di tutta la « Carta ». 1 - La prima esigenza è che esista un disposto di legge che dia vita all’« Or canismo » che sarà preposto alla conservazione. .

Tale disposto potrebbe essere a sé stante ma sarebbe sommamente utile, invece, che esso trovasse collocazione come articolo ben preciso in seno ad una nuova legge organica sulla cartografia ufficiale che dovrebbe sostituire intera mente quella vigente (la n. 68 del 2 febbraio 1960), sia perché troppo manche vole in molti settori, sia perché nella nuova legge si dovrebbero parlare per la prima volta di una carta tecnica nazionale alla scala 1:10.000.

In ogni caso nel disposto in parola dovrebbe comparire l'obbligo da parte di qualsiasi Ente — statale o privato che sia — non solo di trasmettere all’« Orga nismo » copia di tutti gli elaborati cartografici alle scale maggiori o tutt'alpiù uguali al 10.000, che via via dovessero essere allestiti per varie esigenze, ma anche una breve relazione ufficiale di accompagnamento nella quale debbano essere riportate tutte le caratteristiche tecniche essenziali dell'elaborato (tolleranze, nor me di collaudo, ecc.) nonché i nomi di coloro che eseguirono il collaudo.

Sempre nel dispositivo in parola, ovviamente, dovrebbero essere indicati, sia pure nelle linee generali, i concetti e le incombenze che verranno esplicitati nel punti seguenti; 1 dettagli e le particolarità potrebbero, invece, trovare collo cazione in un Regolamento che verrebbe studiato da un’apposita Commissione nominata dal Governo. 2 - La struttura interna dell’« Organismo » dovrebbe consistere in una Dire zione (o Servizio Speciale) centrale costituita da pochi elementi direttivi alta mente qualificati nel campo topo-cartografico (si opina che sarebbero sufficienti 5 unità) aventi a loro disposizione esclusivamente elementi del gruppo esecutivo per l'espletamento delle pratiche (qualche disegnatore, dattilografi e servizi ge nerali).

Dalla Direzione o Servizio dovrebbe dipendere un certo numero di « Sezio ni cartografiche di conservazione ed aggiornamento » aventi una ben precisa com petenza territoriale e tenuto conto che alcuni Dicasteri prettamente tecnici dello Stato hanno già una efficiente organizzazione periferica (vedasi il Ministero dei ‘+ Lavori Pubblici o ancor meglio l'’Amministrazione del Catasto italiano), l’inte laiatura di appoggio per le dette « Sezioni » dovrebbe essere rappresentata dagli Uffici dipendenti da uno dei due Dicasteri anzidetti.

La Organizzazione periferica, quindi, sarebbe essenzialmente a base provin ciale, ma gli effettivi elementi dirigenti preposti alla guida dell’attività periferica non supererebbero le 20 unità, per cui ciascun dirigente raggrupperebbe la giu risdizione territoriale di più Sezioni con sede presso la Sezione collocata nel capoluogo di Regione e ciascuna Sezione dipenderebbe direttamente da un tecni co topografo qualificato; della Sezione farebbero parte, inoltre, un secondo tecni co e circa 3 elementi esecutivi.

E’ ovvio che — in analogia a quanto detto per le Sezioni dipendenti — anche la Direzione o Servizio Speciale centrale potrebbe trovare collocazione in una 67




delle Amministrazioni statali sopra indicate ed essere parte integrante di essa. 3 - I compiti che un « Organismo » così strutturato dovrebbe assolvere sono 1 seguenti: — Le Sezioni nell’intervallo di tempo che intercorre tra una verifica perio dica e la successiva (si auspica che debba essere di cinque anni) provvederà a raccogliere — in base ai sopraluoghi effettuati dal personale dipendente, sulla scorta eventuale di voli di ricognizione fotografica e con l’ausilio di qualsiasi informazione cartografica, specie se si tratta di quello preziosissimo fornito dagli Uffici di conservazione catastale — tutti quei dati ed elementi topografici che dovranno essere catalogati quantitativamente e qualitativamente secondo quanto già descritto in altra parte della presente Comunicazione.

Il lavoro in questione nella sua totalità (fatta eccezione per gli eventuali voli di ricognizione fotografica) dovrà essere un compito di istituto da svolgersi in economia perché costituisce un’azione preliminare importantissima e delicata da servire di base per l’adozione delle relative decisioni.

Il tipo di lavoro, poi, giustifica ampiamente l’esistenza di Sezioni provinciali in quanto esse risulteranno localmente più sensibilizzate a tanti problemi ed a tanti aspetti connessi con la dinamica dell’assetto topografico dei luoghi. — I dirigenti regionali — che avranno coordinato, ciascuno nella propria giurisdizione, i lavori di raccolta di cui sopra — trasmetteranno al centro dire zionale una sintesi della elaborazione dei dati accompagnandola con grafici il lustrativi e con relazioni tecniche in cui avanzeranno, a loro giudizio, le relative proposte per un eventuale intervento di aggiornamento.

Tali proposte dovranno essere corredate — e questo è uno degli aspetti più importanti e delicati — da preventivi di spesa per la esecuzione in appalto di quei lavori che presentino una certa consistenza mentre per gli altri di più modesta portata i preventivi stessi contempleranno sia l’esecuzione in appalto che quella in economia. — La Direzione ha il compito di vagliare tutte le singole proposte pervenute e sulla base della disponibilità dei fondi, della conoscenza generale della dinamica dei fenomeni di cambiamento della situazione topografica delle varie zone, delle più impellenti esigenze di interventi per la esecuzione a breve scadenza di im portanti opere pubbliche, decide la priorità dei lavori e gli eventuali accantona menti di parte di essi o per scarsa consistenza, che consiglia il rinvio della loro esecuzione al quinquennio successivo, o per una momentanea insufficienza di fondi. |

Gli interventi straordinari saranno ugualmente decisi, al di fuori dell’inter vallo del quinquennio, sulla base di richieste avanzate da altri Enti statali (in special modo da parte del Ministero dei Lavori Pubblici) o comunque preposti alla esecuzione di opere pubbliche, sulla scorta di particolari segnalazioni fatte dalle Sezioni dipendenti in connessione ad avvenimenti repentini e di una certa importanza come meglio si è illustrato in altra parte.

L'appellativo di «straordinario » va dato all'intervento nel senso che si svi lupperà al di fuori della scadenza dell’intervallo del quinquennio e non già perché per esso vi saranno anche stanziamenti straordinari di fondi; si dovrà far fronte cioè, nei limiti del possibile, con gli stanziamenti ordinari e tale pro cedura corrisponde a quella praticata in una corretta gestione dei fondi di tipo 65




statale; ciò non esclude, però, l'opportunità che sia previsto nel disposto di legge una clausola che preveda il finanziamento dell’aggiornamento straordinario da parte di quegli Enti che abbiano un particolare interesse a che esso venga effet tuato.

I lavori di aggiornamento decisi dalla Direzione centrale verranno eseguiti, di norma, a mezzo di appalti, con il metodo della licitazione privata e sulla base di capitolati uniformi ed approvati per tutto il territorio nazionale; le gare verran no svolte presso le sedi regionali ed il direttore dei lavori sarà il dirigente regio nale nella cui giurisdizione rientreranno i lavori e che si avvarrà della collabo razione di tutto il personale delle Sezioni dipendenti.

Allo scopo di non frazionare troppo il lavoro e di non effettuare troppe gare che comportino una notevole perdita di tempo è opportuno che il limite di spesa massimo consentito per ogni gara non sia inferiore ai cinquanta milioni, escluse le spese di collaudo che saranno a carico delle Ditte appaltatrici. Circa questo ultimo aspetto, l’incarico delle verifiche, dei controlli e della dichiarazione finale del collaudo stesso dovrà essere affidato ad altro dirigente regionale diverso da quello investito della direzione dei lavori, designato dalla Direzione e che sarà coadiuvato da personale tecnico e subalterno.

Il collaudo, normalmente, si svolgerà in corso d'opera ed anche alla fine dei rilievi e si attuerà in parte presso le sedi delle Ditte appaltatrici (controlli agli apparati di restituzione, revisione dei libretti di campagna, degli abbozzi di ri lievo, ecc.) ed in parte sul terreno, soprattutto con sopraluoghi intesi alla verifica di mutue distanze ed al controllo di eventuali particolari topografici omessi nei lavori di aggiornamento.

Le riproduzioni dei fogli aggiornati potranno essere tratte o da supporti plastici eliografabili ovvero ottenute mediante aggiornamento delle matrici pri mitive a due o tre colori e ristampate con i più moderni procedimenti; comun que si proceda, al fine di eliminare dannose perdite di tempo, è necessario che la incombenza di provvedere alla riproduzione dei fogli aggiornati sia accollata alle Ditte appaltatrici e compaia come una delle voci fondamentali sia del capi tolato che del contratto; è appena il caso di dire che anche il lavoro di ripro duzione dovrà essere sottoposto a regolare collaudo.

Per lavori di modesta entità e per i quali però — in base ai criteri esposti in altra parte della presente Comunicazione — si sia ritenuto opportuno dalla Direzione di procedere ugualmente all’aggiornamento geometrico dei fogli inte ressati, sì potrà intervenire in economia coll’impiego del personale dipendente in loco e, se del caso, con il concentramento temporaneo di personale prove niente da altre Sezioni; nulla cambia per quanto è stato detto nei riguardi delle incombenze del direttore dei lavori e del collaudatore, il quale ultimo — stante la limitata portata dei lavori — sarà esonerato da effettuarne le verifiche in corso d’opera.

Per quanto attiene alle riproduzioni dei fogli, queste potranno essere effet tuate ancora in economia se i supporti sono del tipo plastico eliografabile ed in caso contrario affidate all'impresa privata, con intralcio però alla snellezza di una rapida conclusione dell’intero lavoro.

Per quanto attiene all’immagazzinamento ed alla vendita al pubblico dei fogli si reputa utile che ciò avvenga su base provinciale a cura delle Sezioni presso le quali sarà nominato un economo consegnatario incaricato, per l’appun to, di tali incombenze. 69




Nel disposto di legge dovrebbe essere previsto che le entrate provenienti dalla vendita dei fogli (entrate che non potrebbero mai coprire le spese della complessa Organizzazione) affluissero con versamenti in conto corrente in un apposito capitolo destinato a finanziare in parte gli interventi straordinari e ad ampliare, in genere, le possibilità di intervento; tale capitolo, unitamente a quello di bilancio ordinario, saranno direttamente amministrati dalla Direzione centrale.

Si prospetta infine la opportunità che per particolari zone a fortissima con centrazione urbana con dinamica di mutamenti assai accentuata e cioè per quelle zone per le quali, in particolare, fosse prevista una cartografia alla scala 1:5.000, siano create alcune Sezioni speciali che seguano direttamente ed in economia, anno per anno, l'evolversi della situazione onde fornire al pubblico fogli aggior nati all’'annualità.

Non ci si nasconde l’aggravio economico rappresentato da una soluzione del genere, ma almeno per un decennio ed in via sperimentale ciò potrebbe essere attuato per i territori gravitanti intorno ad alcune città italiane particolarmente adatte e cioè GENOVA, MILANO, NAPOLI, PALERMO, ROMA e TORINO.

Lo scopo essenziale dell’esperimento dovrebbe essere quello di dimostrare sul piano tecnico la srande utilità di poter disporre di carte al 5.000 aggiornate a brevissimo intervallo di tempo e stimolare, pertanto, l'interesse di altre Am ministrazioni civiche che potrebbero richiedere analogo trattamento, finanzian do con proprie contribuzioni l’esistenza di tali Sezioni speciali come avverrebbe, ovviamente, alla fine dell'esperimento, anche per le città sopra elencate.

Al termine di questa presa in esame dei molteplici problemi da risolvere per impiantare e coordinare un Organismo preposto alla « conservazione ed al l'aggiornamento » di una Carta tecnica nazionale alla scala 1:10.000, possiamo affermare che tale « Organismo » richiede in linea generale una struttura ed un apparato non del tutto trascurabile, ma che se si segue la via suggerita nella presente « Comunicazione » si può tendere alla soluzione più economica e più efficiente oggi pensabile e ciò in virtù di un utilizzo intelligente e saggio di alcune infrastrutture esistenti, quali quelle rappresentate dalla particolare or ganizzazione di talune Amministrazioni statali, che opportunamente potenziate permetterebbero una limitazione notevole delle spese fornendo, per contro, una esperienza sia tecnica che amministrativa notevole.

Con il decentramento, poi, in periferia delle Sezioni e con la ripartizione delle varie incombenze in economia per alcune specie di esse ed in appalto per altre, si realizza un maggior contatto con le realtà di fatto locali ed un gran risparmio in materia di dotazione di materiali topografici e fotogrammetrici di ogni genere.

Non si deve dimenticare, infine, che una Organizzazione siffatta permettereb be davvero di mantenere in vita con una quasi continuità assoluta — stante il limitato intervallo di tempo che distanzia gli aggiornamenti — un’opera carto grafica così grandiosa, senza il ricorso ad interventi massici ed a grandi lavori che, caoticamente distribuiti nel tempo, non rappresentano alcun risparmio eco nomico e per di più non offrono un vero vantaggio per i tecnici utilizzatori del l'elaborato cartografico che vogliono riscontrare in esso un continuo adegua mento alle realtà contingenti. 10